Non chiamatele fake news

Non chiamatele fake news

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Prefazione di Corrado Formigli

Con un contributo di David Quammen

“Non chiamatele fake news, sono disinformazione.
Acque torbide per confondere le persone,
manovrarle come marionette. Nulla è casuale.
Questa è la matematica della manipolazione.”
Valentina Petrini
 
“Le persone sono attratte da tutto ciò
che ha una spiegazione drammatica,
eccitante e sinistra. È come se le fake news
fossero lo zucchero che appaga i loro palati.”
David Quammen

Virus e malattie, vaccini, riscaldamento globale ed emergenza climatica, 5G e campi elettromagnetici, economia e immigrazione, i grandi temi del nostro tempo sono accompagnati da un profluvio di informazioni non sostenute da dati né da una vera ricerca scientifica. Fake news e tesi complottiste sono sempre esistite, eppure non sono mai state così pericolose: la forza che hanno i dispositivi elettronici di amplificarle sembra del tutto incontrollabile. Sempre più persone si informano tramite i social e le piattaforme online, e a risultare minata è la credibilità dei media tradizionali. L’ondata di sfiducia che ha investito istituzioni, partiti e politici ha colpito anche il sistema dell’informazione e questa perdita di autorevolezza è terreno fertile per la diffusione di bufale di ogni tipo, come questo libro ben documenta.
Valentina Petrini ha da sempre fatto della ricerca della verità la sua cifra giornalistica, fin dall’inchiesta sull’ex Ilva di Taranto, fra le prime a denunciare l’aumento dell’incidenza di tumori e malattie respiratorie nell’area dell’acciaieria. Oggi, con la trasmissione Fake - La fabbrica delle notizie, sottopone ad attenta verifica ciò che i media spacciano per verità.
Questo libro racconta con passione e competenza un mondo troppo poco esplorato, anche attraverso testimonianze importanti, come quella di David Quammen, autore del libro Spillover che ha anticipato la vera natura della pandemia di Coronavirus, e di Avaaz, ong impegnata da anni contro la disinformazione.

 

Dettagli libro

Sull'autore

Valentina Petrini

Valentina Petrini è nata e cresciuta a Taranto, nel quartiere Tamburi, la zona più colpita dall’inquinamento dell’ex Ilva, una delle acciaierie più grandi d’Europa. Nel 2008 ha partecipato al programma Malpelo, condotto da Alessandro Sortino su La7: la sua prima inchiesta televisiva, a ventisette anni, ha raccontato al grande pubblico l’emergenza ambientale e sanitaria prodotta dall’industria tarantina nel più assoluto silenzio.
È stata inviata della trasmissione Exit di La7 per cinque stagioni. Nel 2011 è stata finalista al premio Ilaria Alpi con l’inchiesta La macchina del consenso, in cui ha raccontato gli intrecci tra ’ndrangheta, politica e sanità in Calabria. Subito dopo è entrata a far parte della squadra di Corrado Formigli per Piazzapulita.
Nel 2016 ha vinto il concorso internazionale DIG Awards con il reportage Travelling with the refugees, in cui fingendosi profuga ha attraversato a piedi i Balcani. Nello stesso anno è stata coconduttrice, insieme a Enrico Lucci, del programma Nemo - Nessuno escluso, in prima serata su Rai 2.

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