Opere vol. 10/1 Civiltà in transizione: il periodo fra le due guerre

Opere vol. 10/1

Civiltà in transizione: il periodo fra le due guerre

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Nel suo costante e attento interrogarsi sui fenomeni collettivi che hanno caratterizzato il Novecento cosi ricco di fermenti innovativi e di radicali rivolgimenti, Jung non mancò di portare la propria testimonianza di analista. Nel disagio della «civiltà in transizione» egli scorse un riflesso e un’amplificazione del malessere psichico dell’uomo moderno, divenuto preda di un razionalismo esasperato e sostanzialmente sterile, in nome del quale tenta di tacitare le sue radici più profonde che lo mettono in sintonia con la natura e con gli altri esseri viventi. Relegando nell’inconscio le sue componenti irrazionali ed emotive l’uomo contemporaneo lavora alla propria infelicità, perché accresce a dismisura il loro potere rendendole incontrollabili e distruttive, anziché lasciarsene gradatamente trasformare. Negli scritti del periodo fra le due guerre (dal 1918 al 1939) Jung si sofferma sui fenomeni più salienti di tale momento storico: dai primi segnali dell’emancipazione della donna o dell’evoluzione dei costumi sessuali, agli eventi luttuosi del primo conflitto mondiale e alla massificazione dell’individuo nelle dittature europee. Conclude questo tomo una sezione dedicata agli interventi di Jung sulla creatività dell’artista, considerato capace di far affiorare nelle sue opere, con grande anticipo sui tempi, i contenuti archetipici di cui la sua epoca difetta. Tra i saggi qui raccolti ricordiamo: Sull’inconscio (1918), La donna in Europa (1927), Il problema psichico dell’uomo moderno (1928-31), Il significato della psicologia per i tempi moderni (1933/34) e Saggi di poesia (1922/32).

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Sull'autore

Carl Gustav Jung

Carl Gustav Jung (1875-1961) iniziò la sua attività nel 1900 nel famoso ospedale «Burghölzli» di Zurigo, sotto la guida di Eugen Bleuler, uno dei grandi maestri della psichiatria dinamica. Durante questi «anni di apprendistato» mise a fuoco la sua nozione di realtà psichica (teoria dei complessi autonomi) ed elaborò alcuni strumenti per la comprensione dei disturbi mentali (test di associazione verbale). Nel 1907 entrò in contatto con Freud, con cui stabilì uno stretto rapporto umano e scientifico, assumendo una posizione di primo piano nel movimento psicoanalitico, ma nel 1912 la pubblicazione di Trasformazioni e simboli della libido segnò la rottura del loro sodalizio e il distacco di Jung dalla psicoanalisi. Ne seguì un lungo periodo di «malattia creativa», caratterizzato da un serrato corpo a corpo con l’inconscio e le sue immagini archetipiche, di cui dà testimonianza Il Libro rosso. Esperienza decisiva da cui si cristallizzarono, negli anni della maturità, il sistema della psicologia analitica (dottrina dell’inconscio collettivo e degli archetipi, tipologia psicologica, energetica psichica e processo di individuazione, principio di sincronicità) e un’eccezionale messe di indagini storico-religiose, soprattutto nei campi dell’alchimia, dell’astrologia e del pensiero orientale. Le Opere di Jung sono pubblicate da Bollati Boringhieri a cura di Luigi Aurigemma (24 voll., 1965-2007).

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