Questo volume raccoglie ottantatré poesie, scritte da Amelia Rosselli tra il 1963 e il 1965 e uscite per la prima volta nel 1969. Si tratta di testi «esitanti», come lei stessa li definisce, in cui l’autrice dà voce alla propria “guerra” personale con sé stessa, al proprio travaglio, al desiderio di fuga dal mondo e dal proprio universo interiore. Ci riesce grazie a un linguaggio nuovo, frantumato, originalissimo, che ha reso il suo stile inconfondibile e tanto amato da grandi protagonisti della nostra letteratura quali Pasolini, Zanzotto, Raboni.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Lingua originale
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
112 -
A cura di
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Argomento
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Collana
Sull'autore
Amelia Rosselli
Amelia Rosselli (Parigi 1930 - Roma 1996), figlia dello storico e filosofo Carlo Rosselli e di madre inglese, è vissuta in Francia, Inghilterra e Stati Uniti prima di stabilirsi a Roma, dove è morta suicida. I suoi versi la collocano in primissimo piano nella ricerca letteraria contemporanea. La sua prosodia, fortemente innovativa, fa uso della parola affrancandola parzialmente dalla convenzione linguistica. Il suo linguaggio diventa così «pozzo della comunicazione», ingorgo di febbre e di sarcasmo doloroso nell’uso sapiente di un’altissima scrittura poetica.