«VANOLI È UNO STORICO CHE PASSA, CON STUPEFACENTE E MAI OSTENTATA ERUDIZIONE, DAI GIORNI NOSTRI AL PASSATO PIÙ REMOTO». CORRIERE DELLA SERA Da sempre il Mediterraneo è stato teatro di commerci, lotte, violenze, scoperte. Sullo sfondo, la vicenda di civiltà e culture millenarie, dall’Egitto dei faraoni al mondo greco-romano, fino alle grandi religioni, ebraismo, cristianesimo e islam. Innumerevoli sono i modi per raccontare una storia tanto complessa e stratificata. Alessandro Vanoli, che si definisce «uno storico che gioca con le parole», sceglie una chiave di lettura trasversale: le parole arabe, protagoniste di vere e proprie storie che restituiscono tutta la vitalità di un mondo fatto di scambi e incontri fra popoli. In fondo, «scambiarsi conoscenze, scambiarsi merce, persino combattersi, tutto passa attraverso la parola». L’attenzione è quindi rivolta non tanto, o non solo, alla ricostruzione etimologica, ma piuttosto al senso sociale e concreto dei termini. Assistiamo così al viaggio nel tempo e nello spazio di parole dalla fragranza tipicamente araba, come calamo, minareto, hammam, mentre altre, come zafferano, pepe o tulipano, parlano di un’antica e vasta rete di traffici e scambi. Ma è proprio il Mediterraneo il protagonista assoluto di una narrazione avvincente, dove la storia dei suoi nomi distilla un universo unitario ma in febbrile e costante trasformazione: «Un po’ stupisce per quante vie il destino possa legarci alla storia di una parola».
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Lingua originale
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
160 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Alessandro Vanoli
Alessandro Vanoli, storico e scrittore, ha insegnato e fatto ricerca in numerosi atenei e da molti anni si dedica in modo esclusivo alla scrittura e alla divulgazione. Tra i suoi libri ricordiamo: Quando guidavano le stelle (2015); La via della seta (con Franco Cardini, 2017); Inverno (2018); Strade perdute(2019) e Pietre d’Appennino, uscito nel 2021 per Ponte alle Grazie.