Trasumanar e organizzar

Trasumanar e organizzar

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«Per leggere le poesie di Trasumanar e organizzar occorre prima di tutto molta pazienza: un lettore di poesia novecentesca è abituato a versi brevi e a componimenti brevissimi. In secondo luogo, come quando si leggono le avventure marinaresche del capitano Achab, non si debbono saltare le pagine dedicate alla marineria: come esse sono la gabbia che sostiene la tragedia, così il discorso (o il discorrere) di Pasolini, veloce, privo di trapassi sublimi, mai ellittico, è sempre, o quasi sempre, la lenta e necessaria preparazione al senso che egli vuole dopotutto rendere esplicito. Pasolini, a differenza dei poeti della sua generazione, e di quella precedente, per non parlare di quelli venuti dopo di lui, non ha mai paura dell’esplicito. Si può essere sicuri che ogni sua poesia vuole, essendo antipoetica, dire qualcosa di assolutamente poetico, cioè di assolutamente vero, della verità che gli scaturiva dalla vita fin lì vissuta, vissuta quel giorno, vissuta un minuto prima. In terzo luogo, si può (si deve) lasciare a sé stessi il piacere d’essere abbagliati, non si deve temere di mostrare lo stupore, ci si può liberamente compiacere per quelle parole nuove (che non troviamo neppure nei vocabolari), per quei titoli senza precedenti, per quei pazzi argomenti che i più giovani tra i lettori non sanno proprio cosa siano.» (dalla Prefazione di Franco Cordelli).

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Sull'autore

Pier Paolo Pasolini

Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922. Per tutta l’infanzia e l’adolescenza segue il padre, ufficiale di fanteria, nei suoi spostamenti, trasferendosi continuamente da una città all’altra del Nord Italia. Nel 1942 a causa della guerra si rifugia nel paese materno, Casarsa in Friuli. Sin da giovane, inizia a scrivere poesie, alternando testi in italiano e in friulano. Nel 1942 esce il suo primo libro Poesie a Casarsa. Nel corso della sua vita l’attività poetica costituirà una costante e porterà alla pubblicazione di alcuni dei più importanti testi della letteratura italiana del Novecento. Nel 1950 Pasolini è costretto a lasciare il Friuli e si trasferisce a Roma. Nel 1955 esordisce nella narrativa con Ragazzi di vita. Parallelamente, entra nel mondo cinematografico come collaboratore di Fellini e di Bolognini. Nel 1960-61 avviene il passaggio alla regia con il lungometraggio Accattone. Nel 1973 inizia la collaborazione al «Corriere della Sera». In una serie di articoli – pubblicati successivamente nei volumi Scritti corsari (1975) e Lettere luterane (postumo, 1976) – lo scrittore affronta le scottanti questioni dell’Italia contemporanea. La notte tra il 1° e il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini muore assassinato all’Idroscalo di Ostia, vicino a Roma.