Un uccellino chiamato Francesco

Un uccellino chiamato Francesco

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Un uccellino appena nato di nome Francesco, spensierato e con poche certezze nel suo piccolo cervello, viola la Prima Regola degli uccelli rifiutandosi di mangiare un verme bello grasso. Preoccupati, i genitori decidono di affidarlo alle cure di un falco solitario che medita in una grotta sul suo passato di crudeltà e di saggezza; e, come insegnamento, il falco racconta al pulcino dell'uomo che amava tutto il creato: San Francesco. È una morale diversa, quella che il falco intende in questo modo trasmettere al pulcino; una morale più profonda, meno legata a norme e divieti astratti, che quindi anche i bambini riescono a comprendere e, come l'uccellino Francesco, a fare propria. Ma a patto che, accanto, ci sia un falco 'sempre pronto a suggerire esempi a misura di piccoli': la parabola del lupo, infatti, è valida solo se non la si segue alla lettera, rischiando di venire divorati; il digiuno è salutare, ma un pulcino può rischiare di morire di fame. Un falco mediatore, quindi, necessario e benefico per questi nostri tempi di fanatismo, dove la Prima Regola non può essere cieca e assoluta, ma adattata ai pulcini, ai piccoli degli uomini e agli uomini stessi.

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Sull'autore

Bruno Concina

Bruno Concina è nato a Venezia nel 1942 ed è morto nel 2010. In una freddissima giornata invernale, quando aveva 8 anni, si mise a raccontare al fratello la storia di Ortopedo Nichis, una piccola piuma che se ne andava in giro per l’aria: e così esplose la sua voglia di raccontare. Ha cambiato molti lavori – fattorino, interprete, impiegato, insegnante – ma non ha mai smesso di scrivere storie. Fu sua la geniale idea del ‘fumetto a bivi’, in cui sono i lettori a scegliere lo sviluppo della trama. Ha vinto numerosi premi, tra cui la Copertina d’argento di Disney nel 1993 e il premio Parole in libertà della città di Trento per Un uccellino chiamato Francesco.

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