don Primo Mazzolari

Di famiglia contadina, nel 1912 è ordinato sacerdote. La sua esperienza pastorale si svolge nelle terre d’origine, prima a Cicognara poi a Bozzolo (Mantova). La sua concezione della Chiesa inizia a procurargli i primi attacchi da parte del Vaticano. Già La più bella avventura, una delle sue prime opere, viene condannata dal Sant’Uffizio. Alle censure vaticane si aggiungono le condanne del regime fascista, che ordinerà il sequestro di un’altra sua opera, Tempo di credere, giudicata «non conforme allo spirito del tempo». Don Primo Mazzolari continua la sua missione con coerenza e determinazione: denuncia la chiusura dei cattolici nell’indifferenza, appoggia e sostiene la Resistenza partigiana, ragione per cui sarà costretto alla clandestinità per evitare la cattura. Nel 1949 fonda il quindicinale «Adesso», di cui sarà animatore fino alla morte. L’autorità ecclesiastica continua a ostacolarlo, vietandogli di predicare fuori dalla sua parrocchia e di scrivere su temi sociali. La riabilitazione avverrà solo nel ’59, poco prima della morte, quando Mazzolari è ricevuto da papa Giovanni XXIII che aveva da poco dato l’annuncio del Concilio Vaticano II.

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