Trascurando le sue “donne eccellenti” per gli antropologi Barbara Pym ci regala un libro particolarmente moderno.
Pieno di fascino, Tom viene da una famiglia agiata, che lui ha abbandonato per seguire la sua passione per l’antropologia. Ha una fidanzata più grande di lui, Catherine: giornalista per una rivista femminile, è una donna indipendente, ironica e brillante, con abbastanza buonsenso da non prendere troppo sul serio i sogni del suo Tom. Tra i due s’infila Deirdre, studentessa di antropologia, troppo giovane e troppo ingenua per non essere ammaliata da Tom. Ma Deirdre e Catherine preferiscono costruire un rapporto d’amicizia piuttosto che farsi la guerra per un uomo tutto sommato un po’ inconsistente.
Pieno di fascino, Tom viene da una famiglia agiata, che lui ha abbandonato per seguire la sua passione per l’antropologia. Ha una fidanzata più grande di lui, Catherine: giornalista per una rivista femminile, è una donna indipendente, ironica e brillante, con abbastanza buonsenso da non prendere troppo sul serio i sogni del suo Tom. Tra i due s’infila Deirdre, studentessa di antropologia, troppo giovane e troppo ingenua per non essere ammaliata da Tom. Ma Deirdre e Catherine preferiscono costruire un rapporto d’amicizia piuttosto che farsi la guerra per un uomo tutto sommato un po’ inconsistente.
Book details
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Publisher
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Original text
Yes -
Language
Italian -
Original language
English -
Publication date
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Page count
304 -
Collection
About the author
Barbara Pym
Barbara Pym (1913-1980) è un’autrice straordinaria vissuta in tempi straordinari. Laureatasi in Lingua e letteratura inglese a Oxford, negli anni ’30, quando pochissime donne erano ammesse all’università, trascorre un periodo della sua vita in Germania (innamorandosi di un uomo vicino a Hitler) e infine torna in Inghilterra, dove lavora per l’International African Institute. Pubblica sei romanzi tra il 1950 e il 1961 e poi, dopo un lungo periodo che lei stessa definisce “di tristezza e pessimismo”, altri quattro, usciti tra il 1977 e il 1982. Il 21 gennaio 1977, il nome di Barbara Pym viene citato dal poeta Philip Larkin e dal critico letterario David Cecil in un articolo del Times Literary Supplement che segnala gli scrittori “più sottovalutati del Novecento” e, quel giorno stesso, un editore inglese decide finalmente di pubblicare, postumo, il suo ultimo romanzo, Quartetto in autunno, che avrà un grande successo e sarà candidato al Booker Prize.