Il resoconto più accurato e perciò più straziante delle depressione scritta nell'ultimo secolo.
“La disperazione è sempre descritta come cupa”, scrive Daphne Merkin, “quando in verità possiede una luce tutta sua, un bagliore lunare, del colore dell’argento macchiato.” A un passo dalla felicità, il vivido resoconto di Merkin su che cosa significhi soffrire di depressione clinica, cattura questa strana luce e, attraverso una coraggiosa sequenza di ricordi, ripercorre la vita dell’autrice, dall’infanzia in una famiglia numerosa, all’età adulta. Viviamo nell’Era dell’Indiscrezione, dove tutti sembrano voler parlare di tutto, ma la depressione è ancora taciuta e stigmatizzata e chi ne soffre viene emarginato. A fronte di milioni di depressi, la reazione verso i malati è spesso di insofferenza: dopotutto, la depressione clinica è uno stato di apatia paralizzante, continua, apparentemente inattaccabile. Ma lo sguardo di Merkin, franco e coraggioso, sulle proprie esperienze, ci rivela che la malattia mentale non è il dono indesiderato di un genio pazzo, bensì una maledizione quotidiana della gente normale.
“La disperazione è sempre descritta come cupa”, scrive Daphne Merkin, “quando in verità possiede una luce tutta sua, un bagliore lunare, del colore dell’argento macchiato.” A un passo dalla felicità, il vivido resoconto di Merkin su che cosa significhi soffrire di depressione clinica, cattura questa strana luce e, attraverso una coraggiosa sequenza di ricordi, ripercorre la vita dell’autrice, dall’infanzia in una famiglia numerosa, all’età adulta. Viviamo nell’Era dell’Indiscrezione, dove tutti sembrano voler parlare di tutto, ma la depressione è ancora taciuta e stigmatizzata e chi ne soffre viene emarginato. A fronte di milioni di depressi, la reazione verso i malati è spesso di insofferenza: dopotutto, la depressione clinica è uno stato di apatia paralizzante, continua, apparentemente inattaccabile. Ma lo sguardo di Merkin, franco e coraggioso, sulle proprie esperienze, ci rivela che la malattia mentale non è il dono indesiderato di un genio pazzo, bensì una maledizione quotidiana della gente normale.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Inglese -
Numero di pagine
304 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Daphne Merkin
Daphne Merkin ha scritto per il New Yorker e contribuisce regolarmente a Elle. I suoi articoli appaiono di frequente su The New York Times, Bookforum, W, Vogue, Tablet Magazine e altre pubblicazioni. Ha insegnato scrittura creativa. I suoi libri precedenti includono Enchantment, che ha vinto l’Edward Lewis Wallant Award per il miglior romanzo di tema ebraico, e due raccolte di saggi: Dreaming of Hitler e The Fame Lunches, che è stato indicato da The New York Times tra i Notable Book of the Year.