In un borgo sperduto dell’Appennino emiliano dove non accade nulla ma «si vive e basta», la vecchia Zelinda trascina la sua misera esistenza di lavandaia che ogni giorno con la sua capra scende al torrente a lavare i panni. A scrutarne i gesti sempre uguali è un «prete da sagre» disilluso e ironico. Tra i due prende forma un dialogo stentato che ruota attorno a un non detto: una domanda che l’anziana donna lascia solo affiorare rinviando di giorno in giorno il momento di formularla. E alla fine, tra schermaglie e reticenze, la domanda arriva tanto potente quanto spiazzante. «Racconto perfetto» secondo il celebre giudizio di Eugenio Montale, nella essenzialità con cui mette a nudo la fatica di vivere in un mondo che non è più sentito come casa propria, il capolavoro di D’Arzo sembra alla fine rivelare tutto e invece forse, suggerisce Alberto Casadei, «nasconde ancora il suo intimo segreto».
Dettagli libro
-
Editore
-
Lingua
Italiano -
Numero di pagine
96 -
Autore della prefazione
-
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Silvio D'Arzo
SILVIO D’ARZO (1920-1952), pseudonimo di Ezio Comparoni, è stato uno scrittore italiano. Tra le sue opere, raccolte postume nel volume Nostro lunedì (1960),spiccano il romanzo All’insegna del buon corsiero (1942)e il racconto Casa d’altri (1953).