
Ormai entrata nel nostro lessico quotidiano, la parola «decrescita» si carica di significati opposti, qualificando – a seconda delle valutazioni – sia il problema sia la sua soluzione. Il coro degli economisti ufficiali assimila la «decrescita reale» che oggi flagella i paesi sviluppati a un fenomeno congiunturale, destinato prima o poi a risolversi nella ripresa. Altri invece giudicano quella che attraversiamo una vera e propria crisi di sistema, al tempo stesso economica, ecologica, sociale e culturale. Sono gli obiettori di crescita, per i quali la fase espansiva si è irrevocabilmente conclusa e il declino delle società capitalistiche avanzate è un fatto paradossalmente benaugurante. Mauro Bonaiuti, tra i primi in Italia a muoversi in questa prospettiva avviata da Serge Latouche, riflette sui presupposti della «grande transizione» che ci aspetta: dalla durezza senza sbocco dello sviluppo a tutti i costi, causa di malessere sociale, predazione di risorse e danni ambientali, alla resilienza o «decrescita serena», sinonimo di ritessitura delle relazioni umane in uno spazio di prossimità e in una dimensione di reciprocità. L’arroganza dei mercati non esaurisce l’orizzonte. Esiste anche un progetto di società di decrescita, e secondo Bonaiuti è l’unico a poterci salvare dal baratro.
Dettagli libro
-
Editore
-
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
188 -
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Mauro Bonaiuti
Mauro Bonaiuti insegna Finanza etica presso l’Università di Torino. È cofondatore della Associazione per la Decrescita e tra i promotori della Rete Italiana di Economia Solidale. Ha scritto La teoria bioeconomica. La nuova economia di Nicholas Georgescu-Roegen (2001), e curato Obiettivo decrescita (2004) e, per Bollati Boringhieri, la raccolta di saggi di Georgescu-Roegen Bioeconomia. Verso un’altra economia ecologicamente e socialmente sostenibile (2003).