La supremazia delle “buone maniere”, necessarie a mascherare sentimenti, desideri, ambiguità e crudeltà quotidiane.
I St Charles, famiglia angloirlandese decaduta, vivono tra lusso e disagi, rifiutandosi di venire a patti con la realtà che scorre fuori dai cancelli di Temple Alice, la loro grande dimora. Anche Aroon, la figlia troppo alta e troppo grassa, sembra non capire chi le sta intorno, e nella sua infinita ricerca d’amore cade miseramente in tutti i possibili equivoci. In realtà, però, è l’intera vita dei St Charles a essere assurda: i ragazzi vengono picchiati se scoperti a leggere poesia, i droghieri vengono chiamati "furfanti" perché mandano il conto, ai cani viene dato da mangiare pollo, affettuosamente disossato, mentre la servitù mangia amido di patate per combattere la fame…
I St Charles, famiglia angloirlandese decaduta, vivono tra lusso e disagi, rifiutandosi di venire a patti con la realtà che scorre fuori dai cancelli di Temple Alice, la loro grande dimora. Anche Aroon, la figlia troppo alta e troppo grassa, sembra non capire chi le sta intorno, e nella sua infinita ricerca d’amore cade miseramente in tutti i possibili equivoci. In realtà, però, è l’intera vita dei St Charles a essere assurda: i ragazzi vengono picchiati se scoperti a leggere poesia, i droghieri vengono chiamati "furfanti" perché mandano il conto, ai cani viene dato da mangiare pollo, affettuosamente disossato, mentre la servitù mangia amido di patate per combattere la fame…
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Inglese -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
288 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Molly Keane
Molly Keane (1904-1996) nacque in una famiglia protestante irlandese, appartenente al ceto della nobiltà rurale, sempre più immiserito dalla creazione nel 1921 dello Stato Libero d’Irlanda. Ignorata dai genitori e contornata da un ambiente in cui leggere era considerato sconveniente, era a sua volta incolta, se non per una forte ammirazione per Shakespeare e Jane Austen. “Cominciai a scrivere perché a 17 anni il medico disse che c’era la possibilità che avessi la tubercolosi e dovevo stare a letto. Non c’era proprio niente da fare, nessuno mi prestava attenzione e quindi mi misi a scrivere.” Non volendo che i suoi amici sapessero che scriveva, utilizzò tra il 1928 e il 1961 uno pseudonimo: M.J. Farrell. Nel 1961 morì all’improvviso l’amatissimo marito e per vent’anni fu il silenzio. Poi nel 1981 pubblicò con il proprio nome Le buone maniere, finalista al Booker Prize, cui seguirono altri due romanzi.